Steven Holl, House Y
Il contesto
storico
Steven Holl è nato nel 1947 in una cittadina dello stato di
Washington. La sua attività si colloca in un particolare periodo storico, ma
anche artistico e architettonico.
Ci troviamo nel periodo in cui il blocco sovietico e il
sistema comunista si avviano verso una nuova epoca. La data fondamentale è il 9
novembre del 1989, in cui crolla il muro di Berlino, si apre così anche
simbolicamente una nuova epoca storica.
L’apertura dei blocchi porta ad un cambiamento della carta
geografica e dei confini, all’apertura di nuovi mercati, auna libera
circolazione delle informazioni e ad un’accelerazione alla globalizzazione dell’economia.
Nel 1980 un Alvin Toffler, un sociologo statunitense, aveva
scritto un libro intitolato “La terza ondata”. La prima ondata riguarderebbe
una fase storica durata migliaia di anni, caratterizzata dal possesso della
terra e alla produzione di beni agricoli, la seconda fase è determinata dal
modello della produzione industriale, mentre la terza ondata è caratterizzata
dal ruolo cruciale dell’informazione nei processi economici e nella società. L’informazione
spiega Toffler è ciò che rende competitivo qualunque bene, sia materiale che
immateriale.
L’architettura che durante gli anni venti del Novecento si
avvicinava ad una macchina, ora sposta il suo interesse ad una forma che
diventa informa, entrando a far parte
del mondo della comunicazione contemporanea.
Si sostituisce così al motto funzionalista “esisto perché funziono” ,“esisto perché informo”.
Steven Holl nel 1933 si aggiudica il concorso per la
realizzazione del museo d’arte contemporanea ad Helsinki, Kiasma (derivante da
una figura retorica in cui si dispongono in ordine inverso i membri di una
frase). Il progetto colpisce per l’intelligenza e l’originalità dell’inserimento
nella complessa intersezione urbana in cui si colloca e inoltre la
comunicazione qui è evidente, acquisisce un ruolo centrale.
Il progetto
Y House, si trova a Catskills Mountains, New York, ed è
stata costruita tra il 1997 e il 1999. Anche qui emerge la forte comunicazione e
l’importanza concettuale dell’opera, elementi che riscontriamo nella sua
architettura. La sua convinzione è che un progetto, si debba basare su un’idea –
forza.
La forma a Y riprende il concetto del simbolo e della
metaforizzazione. Questa geometria fa si che la casa si apra verso il paesaggio
fornendo un'intensità di luce naturale che aumenta di livello in livello,
dall'ingresso verso i balconi. Quella condizione di illuminazione è l'idea
progettuale principale di questa casa secondo Holl. Un altro tema importante è
l’apertura infatti verso la natura e del ruolo che spazi aperti ed edifici
giocano l’uno con l’altro, per creare l’insieme del progetto.
I suoi progetti richiamano a immagini e simboli e l’architettura guarda
fuori da se.
La disposizione interna è molto particolare, l’ingresso si
trova nel punto di giunzione della “Y” trovando una scala a doppia altezza che
segue l’andamento dell’edificio e conduce ai piani superiori. L’organizzazione
interna è alternata nei due rami, infatti da una parte la zona notte è al piano
superiore, mentre dall’altra al piano inferiore. Anche gli altri spazi sono
distribuiti su entrambi i livelli ma sempre in modo alternato, organizzati come un loft open space.
La struttura della casa e la copertura è realizzata in acciaio color ruggine,
mentre le pareti sono in legno di cedro dipinto di rosso. Per gli interni
invece utilizza per i pavimenti un tavolato in legno, ripreso poi sul soffitto
e pareti dipinte di bianco.
Il progetto mi ha colpito in primis per la forma, infatti l’edificio
sembra aprirsi per accogliere quello che c’è all’esterno, in questo caso la
natura, per i materiali utilizzati all’interno, come se la natura
proseguisse anche dentro l’edificio. Per l’importanza che da Steven
Holl alla luce, secondo lui infatti un edificio non è nulla senza luce. Ciò che
ho trovato interessante è anche la disposizione interna, alternando appunto le funzioni
abitative nei due rami, creando spazi separati ma comunicanti
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